In un fine settimana di marzo – in uno di quei giorni frizzantini in cui la primavera inizia a far capolino sui rami degli alberi e nei campi – abbiamo raggiunto la provincia di Parma per visitare una città termale famosa per le sue acque salutari. Il nostro itinerario ha avuto un filo conduttore all’insegna della bellezza e dell’arte, che ci ha portato a scoprire quanto lo stile Liberty a Salsomaggiore abbia avuto un ruolo davvero importante nello sviluppo della città, che a tutti gli effetti può essere definita una città d’acqua e che attorno all’acqua ha costruito la sua notorietà.
A tessere per noi l’ordito di questa giornata così interessante all’insegna dell’arte è stata Trame d’Italia, piattaforma digitale che promuove i territori italiani attraverso esperienze ed attività culturali per il tramite delle donne e degli uomini che in quei territori ci vivono e che ben conoscono: siamo infatti stati invitati a provare il “pacchetto” di esperienze che trovate sul sito di Trame d’Italia con il nome di “Una Ville d’Eaux e le sue cartoline, viaggio tra i ricordi in stile liberty“.
Ad accoglierci – e a mostrarci le meraviglie del liberty a Salsomaggiore Terme – abbiamo trovato Valeria Tedaldi, giovane donna entusiasta ed appassionata che all’attività di insegnante affianca la passione per la promozione della cultura e della storia di Salsomaggiore: una vera esperta del liberty a Salsomaggiore Terme.
Assieme al fotografo ed esperto digitale Marco Stucchi, Valeria ha realizzato progetto “L’Oro di Chini”, un video che approfondisce la figura dell’artista toscano Galileo Chini, ovvero colui che si è occupato della decorazione di diversi palazzi e strutture di Salsomaggiore, tra cui va annoverata la sua opera più importante e rappresentativa della città: le Terme Berzieri.
Il Liberty a Salsomaggiore: dettagli dell’ingresso delle Terme Berzieri
La figura di Galileo Chini è fondamentale per Salsomaggiore Terme: pittore, decoratore e ceramista raffinato, capace di infondere nelle sue opere suggestioni provenienti da Paesi lontani (aveva vissuto in Siam – oggi Thailandia – tra il 1911 ed il 1913 chiamato dal Re Rama V e quindi dal suo successore Rama VI per occuparsi della decorazione del Palazzo del Trono Ananta Samakhom) è stato uno dei più prolifici artisti del liberty italiano, che spesso rielabora e reinterpreta seguendo il suo personalissimo sentire.
Solo per citare alcune sue opere, sono di Chini le decorazioni del soffitto del Palazzo Comunale di Montecatini Terme, quelle delle sedi della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Cassa di Risparmio di Arezzo, la facciata del villino Flora di Viareggio o di Palazzo Vincenti a Pisa, oltre ai pannelli decorativi del Padiglione italiano all’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Parigi e davvero tante, tante altre opere.
Il Liberty a Salsomaggiore: vista laterale delle Terme Berzieri
Alcuni suoi dipinti – tra tutti la Primavera, esposta alla Biennale di Venezia del 1914 – richiamano le opere di Klimt e in generale il movimento della Secessione viennese per l’uso fluido, quasi psichedelico del colore, per l’oro utilizzato come dettaglio luminoso che enfatizza e rende tridimensionale l’ornato.
Non solo suggestioni mitteleuropee: come appare evidente a Salsomaggiore, il suo è un liberty che si distacca dal classico stile floreale, che va oltre, sperimenta e trae ispirazione dalle culture lontane e anticipa l’art decó.
Il Liberty a Salsomaggiore: Terme Berzieri, dettagli decorativi di ispirazione orientale
Sulla scorta dell’apprezzamento generale per le sue opere, Galileo Chini arriva a Salsomaggiore chiamato dall’architetto fiorentino Ugo Giusti incaricato, insieme all’ingegnere Giulio Bernardini, di costruire le nuove Terme dedicate al medico Lorenzo Berzieri che, per primo, studiò in modo scientifico le proprietà delle benefiche acque salso bromo iodiche che sgorgano nei numerosi pozzi termali della città.
L’artista permea della sua visione l’intera struttura delle Terme Berzieri, operando sia all’esterno che all’interno: fa grande uso di marmi, di ceramiche colorate o dorate (che vengono prodotte nella sua fabbrica), di alabastro che usa per schermare finestre e finestrini, di vetri dipinti.
Arricchisce la facciata delle Terme Berzieri – così imponente e così simile ad un tempio classico, una struttura che è diventata iconica dello stesso termalismo – con numerosi elementi che si riallacciano alla mitologia occidentale e ancor più a quella orientale da lui ben conosciuta.
Osservare la facciata liberty delle Terme Berzieri è come partecipare ad una caccia al tesoro: impossibile non notare le due grandi chimere di ceramica turchese contrapposte sul porticato di accesso, così come le piccole teste di drago (davvero uguali a quelle che abbiamo visto a Bangkok!) o le portatrici d’acqua così simili alle danzatrici raffigurate nei templi asiatici.
Ma sforzatevi ancora di scovare dettagli, perché troverete anche serpentelli attorcigliati, immagini di gufi (figure che si ritrovano spesso nelle decorazioni liberty), anfore e bottiglie stilizzate, una partitura di onde a simboleggiare l’acqua, fondamentale per le terme. Al tempo stesso, forti sono i richiami alla classicità, alla Salus per Aquam dell’antica Roma, alle Thermae, appunto.
Chini lavora anche alla decorazione degli interni delle Terme: grande uso di marmi, affreschi, dorature e altezze notevoli scandite da grandi scalinate. Sulle pareti del primo piano dipinge gli affreschi l’Autunno e la Primavera (con chiari richiami a Klimt) e riesce a rendere leggera una architettura che in realtà leggera non è attraverso l’utilizzo di alabastro e vetri colorati che schermano finestre e lucernai.
Nelle due foto sottostanti potete vedere un piccolo scorcio dell’interno delle Terme Berzieri: purtroppo sono foto con riverberi perché sono state scattate dall’esterno tramite un vetro (per di più sporco), in quanto al momento il palazzo delle Terme è chiuso in attesa che vengano effettuati i necessari lavori di recupero che vedranno la gestione di QC Terme. In ogni caso Francesco è riuscito, anche questa volta, a fare miracoli con la macchina fotografica!
Il vestibolo interno delle Terme Berzieri
Una curiosità riguarda la doppia inaugurazione delle Terme Berzieri: vengono inaugurate ufficialmente nel 1923 per poi essere nuovamente inaugurate nel 1941, per accontentare Mussolini che era nella zona per visitare le zone di trivellazione petrolifera (eh sì, nella zona di Salsomaggiore per un periodo furono attivi impianti di ricerca di petrolio e gas).
Con l’in augurazione delle Terme Berzieri – una struttura talmente grande da sembrare quasi una cittadella, facevano parte del complesso anche laboratori chimici – le cure termali a Salsomaggiore diventano ancor più di moda e consentono un rapido sviluppo della città e della sua economia.
Che sia chiaro: non che prima della costruzione delle Terme Berzieri, costruite tra il 1914 ed il 1923, le acque termali di Salsomaggiore non venissero sfruttate: a disposizione c’erano piccoli o grandi impianti termali collegati ai principali alberghi.
Tuttavia è con le Terme Berzieri che andare a ‘passare le acque’ , in un contesto così elegante e piacevole, diventa l’occasione per svagarsi e farsi vedere. E Salsomaggiore coglie al balzo l’opportunità: si creano giardini, strade ampie che permettono il passeggio, luoghi dedicati allo sport, vengono aperte gallerie d’arte e in breve tempo arrivano a Salsomaggiore nobili, regnanti, ricchi borghesi.
Passeggiare per Salsomaggiore rende bene l’idea di quanto questa sia una città ‘esplosa’ nella Belle Epoque: le architetture eleganti, le pensiline in ferro battuto che creano decori vegetali, gli ombrosi viali alberati, i mille dettagli che ne fanno una città bella da vivere e dove trascorrere vacanze all’insegna della salute. Perfino i bagni pubblici elevano la loro funzione arricchendosi di decori e fregi liberty!
Una curiosità in stile tipicamente Liberty è la cosiddetta “Gabbia dell’Acqua“, una struttura in ferro e vetro che copre il pozzo Scotti, uno dei tanti pozzi artesiani da cui sgorga l’acqua salso bromo iodica utilizzata nelle cure termali e che è proprio davanti all’ingresso delle Terme Berzieri. La vedete bene nella foto, con tutto il suo ricco corredo di decorazioni.
Liberty a Salsomaggiore: il Pozzo Scotti
Un altro edificio che vale la pena di osservare con attenzione, sebbene non sia in stile liberty ma in un più sobrio stile ‘neomedievale’ (a me ha ricordato molto la ‘Casina delle Civette’ di Villa Torlonia, seguite il link e guardate l’ultima foto del post per valutare voi stessi), è la Galleria Warowland, costruita nel 1914 dall’architetto Orsino Bongi su incarico del conte Ladislao Tyszkiewicz, che ne fece una succursale della sua galleria d’arte milanese.
Oggi la Galleria Warowland ospita l’ufficio del turismo di Salsomaggiore e la sua posizione è davvero strategica: collocata sull’asse viario che dalle Terme Berzieri porta fino al Palazzo dei Congressi, la classica passeggiata che tutti coloro che vanno alle Terme percorrono per guardare e farsi guardare.
La Galleria Warowland a Salsomaggiore
Ovviamente c’è bisogno di strutture alberghiere adeguate, in grado di assicurare il livello di comfort a cui sono abituati gli illustri ospiti. E i grandi alberghi Salsomaggiore, costruiti per lo più nei primi decenni del XX Secolo, non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi Capitali Europee.
Tra gli alberghi riservati ai ricchi e nobili clienti a Salsomaggiore ci sono i Grand Hotel della città: il Grand Hotel Centrale Bagni (ora Grand Hotel Salsomaggiore, da poco restaurato e riportato ai fasti dei suoi giorni migliori), il Grand Hotel Regina ed il vicino Hotel Principe, il Grand Hotel des Thermes (ora trasformato in Palazzo dei Congressi, in istituto di formazione alberghiera e sede di uffici comunali), l’Hotel Villa Fiorita, il Grand Hotel et de Milan (chiuso).
Tutti, o quasi, adottano il Liberty quale stile decorativo e mostrano il contributo artistico di Galileo Chini. Il livello elevato dell’Hôtellerie contribuisce a trasformare quello che era un piccolo borgo dedito all’estrazione del sale dalle acque ed al sui commercio in una vera città all’altezza della fama delle già famose città d’acqua di Montecatini, Baden, Vichy.
Terme Berzieri di Salsomaggiore – dettagli
Uno degli alberghi in stile liberty più eleganti, il già citato Grand Hotel des Thermes, viene costruito nel 1898 ed acquistato nientemeno che dal grande imprenditore alberghiero César Ritz (e la sua cucina vedrà l’apporto dell’immenso Chef Auguste Escoffier). Un hotel grande anche nei numeri: ben 300 stante e saloni adeguati per balli e feste.
Le decorazioni delle sale principali del Grand Hotel des Thermes dopo la prima guerra mondiale vennero decorate da un Galileo Chini ancora ispirato dall’Oriente ma che già sentiva gli influssi della decorazione Art Decò. Tra tutti, il più spettacolare è il Salone Moresco, di cui la nostra guida Valeria ci ha decantato le meraviglie.
Purtroppo non abbiamo potuto visitarlo perché occupato dai partecipanti al campionato di bridge. Se volete, vi consiglio di cercare “Salone Moresco a Salsomaggiore” su Google: sono sicura che resterete senza fiato per la bellezza delle decorazioni di questo luogo, che ha anche ospitato le riprese delle scene del ballo in “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci.
Liberty a Salsomaggiore: il Palazzo dei Congressi
Tanti i personaggi illustri che nel corso degli anni hanno soggiornato a Salsomaggiore Terme, politici, artisti, esponenti del bel mondo. P erfino la Regina d’Italia Margherita di Savoia, che raggiungeva Salsomaggiore in treno e soggiornava al Grand Hotel des Thermes.
A lei venne dedicato anche il parco di Salsomaggiore (poi sull’onda della damnatio memorie dei Savoia, da Parco Margherita venne ribattezzato Parco Mazzini) che è un vero e proprio giardino botanico che vanta alberi secolari e specie rare che circondano un gradevole laghetto abitato da cigni e papere.
Il laghetto si prestò nel 1929 ad essere la scenografia naturale dell’opera pucciniana “Madama Butterfly” diretta dal maestro Gino Gandolfi, di Salsomaggiore, alla presenza di Arturo Toscanini. Resiste ancora, ed è visibile, la piccola pagoda parte delle scenografie, costruita su una delle alture del laghetto.
Su un lato del Parco Mazzini c’è una sorta di monolite arancio, impossibile da non vedere e a dir la verità brutto (ma a quanto pare funzionale): sono le Terme Luigi Zoja, costruite nel decennio 1960-1970 dove un tempo c’era l’ippodromo e gli impianti del tennis di Salsomaggiore; sono terme in convenzione con il Servizio sanitario nazionale e propongono percorsi di cura , fanghi, nebulizzazioni e cicli di fisioterapia.
I Giardini Regina Margherita, ora Giardini Mazzini, di Salsomaggiore
Continuando la nostra passeggiata mattutina alla scoperta del liberty a Salsomaggiore Terme., la nostra guida ci ha accompagnato ad osservare la piccola – ma architettonicamente assai interessante – stazione ferroviaria cittadina, costruita in stile Decó (*) ed inaugurata il 21 aprile 1937.
In travertino bianco e rosa, vede una grande volta ad arco con pensilina aggettante affiancata da due palazzine destinate ad uffici e servizi.
La stazione di Salsomaggiore Terme è una fermata terminale della linea che parte da Fidenza (dove c’è l’interconnessione con le linee interregionali) e venne creato perfino uno spazio riservato per gli eventuali illustri viaggiatori (la Sala reale).
La stazione ferroviaria di Salsomaggiore
Durante il periodo fascista Salsomaggiore diviene meta di un turismo termale sociale, aperto alle classi meno agiate ma non per questo meno bisognose di cure. Per loro la Cassa Nazionale delle Assicurazioni Sociali incarica l’architetto Raffo di costruire lo Stabilimento Tommasini (le cosiddette “terme operaie”).
Il complesso viene inaugurato nei pressi della stazione ferroviaria di Salsomaggiore nel 1932 e lo stile architettonico è quello classico, con un colonnato all’ingresso ma le linee sono per lo più squadrate quasi ad anticipare il razionalismo. La differenza con le leggiadre volute liberty della Salsomaggiore dove alloggiavano i ricchi e i nobili è evidente. La salute diventava una leva sociale, ma senza il dono della bellezza.
Lo Stabilimento Tommasini è un falansterio, più simile ad un ospedale o ad un sanatorio che ad un centro termale, con stanze arredate in modo spartano sufficienti ad ospitare contemporaneamente 650 assistiti, ripartiti in 4 edifici collegati tra loro e con al centro un giardino dove i pazienti potevano passeggiare.
Gli ospiti del Tommasini non avevano quasi nessuna occasione di incontrarsi con i ricchi ospiti dei lussuosi Hotel di Salsomaggiore. Come a dire: vi consentiamo di curarvi, ma che la divisione sociale resti netta.
Durante la Seconda Guerra Mondiale viene trasformato in ospedale militare e successivamente torna a svolgere per un periodo di tempo le funzioni di complesso termale. Oggi è di proprietà del Comune di Salsomaggiore.
In una città termale, dedicata al benessere e al relax, la componente naturalistica e decorativa è importante. Quasi alla fine della nostra passeggiata guidata per scoprire con Trame d’Italia le più interessanti architetture di Salsomaggiore, incontriamo, su di un lato del Parco Mazzini, l’edificio delle Serre Comunali.
Un edificio funzionale che mostra leggerezza stilistica, arricchito da dettagli interessanti come le due serre parallele semi-interrate in vetro e ferro, entrambe decorate da fregio centrale a forma di fontana da cui zampilla l’acqua che si ricollega alla vocazione termale della città.
Oggi le Serre Comunali, costruite nel 1928 per la gestione del serve pubblico, ospitano convegni ed eventi di associazioni culturali e di volontariato.
Liberty a Salsomaggiore: le Serre Comunali
Ci sarebbero ancora tanti edifici liberty a Salsomaggiore da visitare, in quella che potrebbe agevolmente diventare una vera caccia al tesoro d’arte, tuttavia dopo due ore intense ed emozionanti è tempo di rilassarsi e mettere insieme le tantissime informazioni che solo con una visita guidata si riescono a cogliere.
Salutiamo Valeria e ci spostiamo all’Osteria del Castellazzo, ristorante citato dalla Guida Michelin per la sua proposta di prodotti del territorio, per concederci un pranzo ai sapori parmensi ma, converrete con me, dopo tante parole spese a raccontarvi il liberty a Salsomaggiore Terme, è bene che vi racconti cosa abbiamo assaggiato in un post dedicato, così come in un altro post vi parlerò del divertente (e molto pratico) mini corso di linoleografia, in entrambi i casi esperienze incluse nel nostro pacchetto Trame d’Italia.
Salsomaggiore – I bagni pubblici di Via Romagnosi
(*) la differenza tra Liberty e Decó è evidente: nel primo caso vengono utilizzate linee e forme flessuose che richiamano gli elementi verdi e floreali, spesso intrecciate in volute o graticci; nel secondo caso, prevalgono le geometrie, la simmetria, le forme classiche.
Questo post è stato realizzato grazie alla collaborazione dell’Associazione Italiana Travel Blogger – Aitb (https://www.travelbloggeritalia.it/) con Trame d’Italia (https://trameditalia.it/)
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Due appunti per Valeria Tedaldi: La rappresentazione della Madama Butterfly risale al 1925, e la pagoda, allora in legno, era già presente dal 1913. Durante la guerra fu distrutta dai bombardamenti e il legno utilizzato dai salsesi per far bollire l’acqua salsoiodica e ricavarne sale che veniva venduto al mercato nero. Negli anni ’50 fu ricostruita una mediocre versione in cemento, quella che vediamo oggi.
Grazie mille per la precisazione e per le informazioni ‘di nicchia’ sul legno utilizzato per far bollire l’acqua (etc.). Che la versione in cemento della pagoda sia brutta, concordo in pieno. Quasi quasi sarebbe meglio eliminarla e ricostruirne una in legno, come un tempo!
anche a Milano c’è un itinerario liberty da seguire. Ci sono talmente tante cose da fare e vedere in Italia che non bastano tre vite!
E’ vero! Perfino nel mio piccolo paesino in Toscana il liberty è ben presente. Il nostro, è davvero un Paese fantastico!
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